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La Compagnia delle Seggiole

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Un nuovo teatro e una nuova esperienza a Firenze

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Da Florence Nightingale agli infermieri ‘nuovi eroi’

Un grazie sincero a Marcello Lazzerini per il bellissimo articolo pubblicato su L’Indro, alla Dr. Donatella Lippi e alla Fondazione Careggi per la fiducia accordata. Ma soprattutto grazie a tutto il pubblico che ha riempito l’auditorium del CTO!!! Grazie, grazie davvero! Per noi è stato un onore testimoniare la figura gigantesca di Florence Nightingale!

La fine dell’emergenza Covid e degli Hub ricordata all’Auditorium dell’Ospedale di Careggi a Firenze con un evento teatrale della Compagnia delle Seggiole dedicato alla fondatrice dell’infermieristica moderna, su testo di Donatella Lippi. Dal colera alla Guerra di Crimea: quanto strazio. Singolari analogie col presente. Articolo di Marcello Lazzerini pubblicato su L’Indro.

“Quando ho saputo che c’era Florence, sono voluta venire ad ammirarla e a commuovermi fino alle lacrime ….” A pronunciare con  giovanile entusiasmo  queste parole è un’infermiera di ….95 anni. La quale dichiara di essersi fatta accompagnare all’Auditorium del CTO,  presso l’ospedale di Careggi a Firenze, per ritrovare una figura a lei tanto cara: Florence. Pronuncia con orgoglio il suo nome: “Anch’ io come lei sono nata a Firenze e ne ho seguite le orme per tutta la vita. Di Florence Nightingale ( nata nel 1820), dichiara di aver letto i suoi libri  e seguiti gli insegnamenti“. Non tutti associano il suo nome a quella straordinaria persona conosciuta in tutto il mondo come la fondatrice dell’infermieristica moderna. Ma i trecento che affollavano  l’Auditorium dell’Ospedale fiorentino, ne erano certamente al corrente, trattandosi in maggioranza di infermiere ed infermieri, medici, personale sanitario e studenti di medicina. Molti di loro  entusiasti alla fine per aver assistito allo spettacolo Reading Florence, conversazione (in) credibile con Florence Nightingale, specialità nella quale è versata da anni la Compagnia delle Seggiole guidata da Fabio Baronti. E riconoscenti, particolarmente da parte degli studenti,   a Donatella Lippi, docente di storia della medicina,  per aver  immaginato e scritto il dialogo  della Florence  con un non identificato  quanto verosimile  Lord, un benpensante del tempo, restituendoci in tutta la sua  forza intellettuale e morale la coraggiosa figura  di questa donna cui va il merito di aver compiuto una vera e propria rivoluzione sociale e  di pensiero, in un’epoca – l’età dominata dalla regina Vittoria – particolarmente difficile per  la donne, relegate ai margini  della società, come le classi povere, i ceti popolari, discriminati e  considerati carne da macello data in pasto  alle macchine belliche per soddisfare le ambizioni espansionistiche degli Imperi colonialisti che si fronteggiavano.  

Ma veniamo alla storia che, proprio in coincidenza con la chiusura degli hub  vaccinali, e l’emergenza covid che ci ha tormentati per 2 anni e più è stata rappresentata all’Auditorium, come gesto di riconoscenza alla storia e ai sacrifici degli infermieri, che in questo difficile arco di tempo si sono guadagnati sul campo la definizione di ‘nuovi eroi’ . Oggi, però con troppa disinvoltura vengono dimenticati ( pur avendo molti di essi, perso la vita).  

Ebbene,  che il nostro sistema sanitario ha retto  meglio di altri l’urto, con una delle epidemie più terribili della storia contemporanea e possiamo guardare avanti con una certa fiducia ( ma l’ultima variante colpisce ancora e   non tutto il personale medico e infermieristico ha trovato collocazione), vogliamo provare a volgere lo sguardo all’indietro, a come erano, i nostri predecessori, al tempo di Florence Nitghtngale?

Intanto, chi era e in quale società si è trovata ad agire questa quella bella ragazza inglese, nata a Firenze nel 1820 ( da qui il nome, e Neaples quello della sorella), figlia dell’élite britannica  ( il padre William Edwuard  era un pioniere dell’epidemiologia, la madre era Frances ‘Fanny’ Smith) profondamente cristiana,  che sin da giovanissima mostrò grande attrazione per la cura degli ammalati e le scienze mediche?  

L’epoca in cui è vissuta è la Victorian Age, nella quale le conquiste imperiali e il progresso industriale si fondavano su disuguaglianze sociali, povertà, schiavitù, corruzione, prostituzione, malattie da un lato e dall’altro, austerità,  repressione dei costumi, bigottismo.  E’ l’epoca descritta dalle penne più  critiche della società   di allora, come quelle di Thackeray e Charles Dickens. Proprio nel Martin Chuzzlewit, di Dickens troviamo la figura della signora Saray Gamp, prototipo di quelle donne che si occupavano dei malati (in effetti più dei morti che dei vivi), specchio delle grandi e laceranti contraddizioni  di una della società che metteva in galera anche lo scrittore più dandy e raffinato del suo tempo: Oscar Wilde. Proprio lei, la Gamb, vecchia rozza e ignorante, fa capire  – nel racconto delle Seggiole –  come fosse  il sistema sanitario “prima” della Nightngale, affidato a personale privo di competenza   vocazione e   professionalità: semplici “guardamalati”, per lo più donne, come le chiamavano ad essere generosi.    Ma era anche il tempo dei primi movimenti operai, degli scioperi, delle lotte per l’istruzione popolare, i diritti sociali e civili, il pacifismo, il voto alle donne. Aveva 15 anni  la studentessa che frequentava il Ken’s College, quando le donne inglesi conquistavano il diritto di voto alle elezioni locali. Da quel clima ‘ribelle’ fu permeata al punto da contrapporsi alla madre (che immaginava per lei un futuro  di madre e  moglie) e da rifiutare le reiterate proposte di matrimonio  di Richard Monckton Milnes, politico e poeta inglese (poi primo Lord Houghton), per votarsi  alla professione infermieristica, allora considerata alla stregua delle vivandiere e che lei intendeva riformare ( come poi  riuscì a fare).  Propagandista  nelle workhouses, nel 1847, conobbe a Roma Sidney Herbert, politico e già ministro della guerra con cui strinse duratura amicizia,  che si rinsalderà durante la Guerra di Crimea fino alla di lui morte ( 1861). Il battesimo del fuoco di Florence, fu  proprio quel conflitto, scoppiato nel 1853. Per motivi pretestuosi furono tre anni di una guerra terribile il cui obbiettivo era il controllo del Mar Nero, luogo di traffici  e navigazioni internazionali allora come oggi: da una parte  Gran Bretagna Francia Turchia, Regno di Sardegna, dall’altra la Russia dello zar Nicola I, di cui la Turchia temeva l’invasione.

Se la storia non si ripete, talvolta si assomiglia molto….” E mentre la  propaganda cantava vittoria -riferisce Florence nei suoi scritti – nessuno sapeva che negli ospedali di prima linea e nelle retrovie mancava praticamente tutto: medicine, bende, stecche, biancheria,  coperte e, soprattutto, il cibo. I feriti non avevano neppure i letti; i chirurghi procedevano alle amputazioni senza nessun presidio e senza nemmeno le lampade per fare luce sul campo operatorio.  A Scutari… sul Bosforo… di fronte a Costantinopoli… le caserme dell’artiglieria turca erano state consegnate agli inglesi insieme con l’annesso Ospedale Generale. Qui venivano trasferiti i militari feriti e malati dal campo di battaglia. Tra le truppe infieriva il colera…”

Allora il colera e la guerra, oggi il Covid e la guerra….incredibile analogia.  “Intanto i  soldati,  in preda allo scorbuto e alla dissenteria, che avevano combattuto valorosamente, erano lasciati nello strazio, in ambienti sporchi, completamente abbandonati.” Di fronte a quello strazio, cosa fece Florence, all’invito di  Herbert?  Accettò.

Arruolò 37 donne, 14 infermiere con pratica ospedaliera, dieci suore cattoliche e le altre sorelle anglicane. Giunsero a Scutari e, nonostante le resistenze dei medici e dei chirurghi, Florence iniziò la sua rivoluzione. Assunse 200 operai locali e, in breve, le corsie furono riparate e riadattate, pronte per accogliere altri feriti. Vennero pulite e areate ma, nonostante i suoi sforzi, i pazienti morivano per le malattie contratte durante il ricovero. Florence scriveva resoconti in Inghilterra, utilizzava le statistiche, assisteva i feriti e curava i malati… Tornò in patria e lì avviò la riforma dei Servizi Sanitari dell’Esercito, ma si ammalò, tanto che fu costretta a passare il resto della sua vita a letto( mori’ il 13 agosto del 110, a 90 anni). Nonostante l’infermità scrisse  opere fondamentali per l’Infermieristica moderna: come Note sugli ospedali e note sull’assistenza infermieristica. Fondò una  scuola,  scrisse alcuni testi sulla condizione della donna nell’Età vittoriana, in cui chiedeva di rimuovere tutte le restrizioni che impedivano alle donne di partecipare alla vita pubblica e politica e di fare carriera nel mondo del lavoro. Osò sfidare gli stereotipi del suo tempo, rivalutando, nello stesso tempo la professione infermieristica e il ruolo della donna… Ma sentiamo dalle parole dei protagonisti in scena – Silvya Vettori  (subentrata a SabynaTinalli colpita da Covid, nei panni  sia  della Gamp  che di Florence), da Fabio Baronti in quelli dell’immaginario Lord, e di Andrea Nucci, un simbolico paziente –  idee i progetti  e perfino  battute ironiche di Florence,  nonché le   conquiste sociali ottenute.  

«Lord: un’ infermiera, dovrebbe essere ubbidiente…

Florence: Ubbidiente? Questa definizione andrebbe bene per un cavallo. Non andrebbe certamente bene per un poliziotto!! Perché dovrebbe andar bene per un’infermiera?!

Lord: Lo sa anche lei… è il medico che ha la conoscenza… è lui che deve occuparsi del malato e decidere cosa è bene per lui… cosa vuole che sappia una… infermiera?! Voi donne vi siete messe certe idee in testa!!

Florence: Ebbene sì! È arrivato il momento in cui le donne devono fare qualcosa di più che essere “l’angelo del focolare”… allevare i bambini, tenere la casa in ordine, preparare una buona cena e un party divertente.

Lord: Sì, e magari vorreste anche avere diritto di pensiero e di voto!!

Florence: Certo! Perché no? Se non abbiamo cibo per il corpo, come gridiamo, come ci facciamo sentire dal mondo, come ne parlano i giornali in articoli dai titoli a caratteri cubitali… Morta di stenti! “Morto di stenti il pensiero”… ?

Lord: Londra è piena di donne che esibiscono cartelli… che vogliono votare ed essere votate. È pericoloso, capisce? Per la salute del paese!

Florence: Ah?! E alla salute delle donne chi ci pensa? Londra, se per questo, è anche piena di donne cosiddette “isteriche”! Sì… donne che nella vita non possono fare altro che assecondare il padre, prima… e il marito, dopo! Vorrei vedere lei… se le togliessero il lavoro, la serata con gli amici al club, col sigaro, le discussioni politiche, il Times…

Lord: Sono cose da uomini… stiamo perdendo la strada. Meno male che il dr Dalrymple ha inventato quell’attrezzo per farvi i massaggi… come si chiama… ah ecco, sì, il vibratore…

Florence: Bell’esempio il dr. Dalrymple… lo sa che sua figlia Charlotte, per reazione al padre, è diventata socialista e femminista! È finita in prigione per difendere le sue idee e ora dirige un istituto per la riabilitazione dei poveri della città!

Lord: Un’altra isterica…

Florence: Sono pochi gli uomini come Sidney Herbert! Lui sì che che comprende le aspirazioni delle donne! È stato lui, sa, a chiedermi di andare a Scutari durante la guerra in Crimea… e volentieri ci sono andata!

Lord: La Guerra d’Oriente… bella guerra!

Florence: Bella? Lei non pensa ai feriti e ai moribondi che erano ammassati negli ospedali? Il Barrack Hospital di Scutari aveva migliaia di letti affollati in 6 chilometri di corridoi lunghi e sporchissimi! Era infestato da insetti e topi… privo di acqua corrente. Dai bagni intasati, i liquami traboccavano nelle corsie. E i nostri soldati… i soldati di Sua Maestà la regina Vittoria… morivano in quelle condizioni!».

Seguono qui le riflessioni della Florence sull’areazione delle finestre d’ospedale, l’acqua pulita, l’igiene personale, la necessità dello studio per le infermiere, per questo fondò la Scuola dell’Ospedale St.Thomas. Sì perché – scrive – “ dopo la scuola, c’è il lavoro. Un tempo per imparare… e un tempo per mettere in pratica ciò che si è studiato. In ogni scuola per Infermiere ci deve essere un organico di docenti, per fornire insegnamenti scientifici in anatomia, fisiologia, e simili materie… in patologia e branche patologiche… soprattutto nella scienza e pratica sanitaria… quindi, anche nel mettere le padelle e lavare gli orinali! Una buona infermiera deve sempre dire che ogni giorno le apporta delle nuove conoscenze e delle nuove esperienze!” Altra conquista del suo pensiero: la statistica. “ La statistica è la scienza del futuro. Lo sa, vero, che io sono stata la prima donna “Fellow” della Statistical Society? E che sono intervenuta davanti alla Royal Commission on the Sanitary State of the Army? Le corrette statistiche ospedaliere sono un elemento essenziale nell’amministrazione dell’ospedale….. La scienza medica e la scienza infermieristica sono discipline separate! Separate ma complementari… che si sostengono a vicenda per il bene del malato.” il medico vede il paziente una volta al giorno… o perfino una volta o due alla settimana! Chi assiste costantemente il paziente è in grado di comunicargli i cambiamenti nel decorso della malattia… Il compito più importante dell’infermiera… dopo essersi presa cura dell’aria del paziente… è quello di osservare gli effetti della sua alimentazione e riferirlo al medico!”

E dopo questa sorta di teatro-lezione, della Compagnia delle Seggiole di Fabio Baronti su testo di Donatella Lippi ( messa in scena di Sabrina Tinalli, costumi Giancarlo Mancini, musiche Vanni Cassori, fonica Daniele Nocciolini, allestimento Roberto Benvenuti), seguiranno altri progetti da parte della Fondazione Careggi onlus,  una no-profit  dell’Azienda Universitaria ( Presidentedr.Sandro Sorbi, vicepresidenti  dr.Jacopo Nori e Ferruccio Ferragamo), che ha già raccolto fondi per affrontare l’emergenza Covid, mentre sono in programma progetti terapeutici (pet therapy, salute della donna, neuroscienze,  musicoterapia), didattici (storia di Careggi) e assistenziali.

Articolo pubblicato su https://lindro.it/da-florence-nightingale-agli-infermieri-nuovi-eroi/

7 Aprile 2022 | La Compagnia delle Seggiole
Categoria: Rassegna stampa
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