La Compagnia delle Seggiole – in collaborazione con don Vittorio Menestrina – dedica una serata a don Leto Casini (1902–1992), esempio di carità operosa e coraggio civile.
Attraverso pagine scelte dei Ricordi di un vecchio prete, le voci degli attori ripercorrono l’assistenza clandestina agli ebrei, il ministero tra gli emigranti e il servizio alla città. Riconosciuto Giusto tra le Nazioni e insignito della Medaglia d’oro al merito civile, il suo racconto è un invito attuale all’accoglienza e al dialogo.
Quando: giovedì 10 ottobre 2025, ore 21:00
Dove: Chiesa di S. Pietro a Varlungo, Via di Varlungo 71 – Firenze
Le letture sono tratte dal volume e curate da Sabrina Tinalli.
In scena: Fabio Baronti e Sabrina Tinalli.
Ingresso: libero fino a esaurimento posti
Il libro
Nel 1984, su invito del card. Silvano Piovanelli, uscì Ricordi di un vecchio prete; seguì nel 1986 una ristampa riveduta dall’autore con prefazione di Dino Pieraccioni.
Torna oggi in commercio una nuova edizione del volume, curata da don Vittorio Menestrina e Paolo Toni (figlio della Madonnina del Grappa e presidente emerito dell’Unione Figli dell’Opera): testo riveduto e digitalizzato, ampliato nei contenuti fotografici e negli indici, con interviste a due pronipoti di don Leto. Il libro è facilmente acquistabile sulle principali piattaforme (es. Amazon).
Chi era don Leto Casini
Nato a Cornacchiaia (Firenzuola) nel 1902, ordinato sacerdote nel 1928, fu parroco anche a San Pietro a Varlungo durante gli anni della guerra.
Nell’ottobre 1943, su incarico del card. Elia Dalla Costa, organizzò con il rabbino Nathan Cassuto, Raffaele Cantoni e volontari ebrei e cristiani un Comitato clandestino collegato alla DELASEM per assistere gli ebrei perseguitati (alloggi, viveri, documenti). Arrestato due volte, riprese l’attività fino alla Liberazione.
Nel dopoguerra si dedicò alla pastorale degli emigranti in Svizzera e Olanda e fu per diciassette anni cappellano sulle grandi navi – anche la Michelangelo – dirette verso Argentina e Australia. Tornato a Firenze, fu cappellano alle Murate e attivo nell’Amicizia Ebraico-Cristiana.
Riconosciuto Giusto tra le Nazioni nel 1966, ricevette nel 2004 la Medaglia d’oro al merito civile alla memoria della Repubblica Italiana. Morì nel 1992.
